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EROGARE UN PREMIO SENZA FARSI SPENNARE

La data:10/12/2025

 

Vuoi erogare un premio al tuo dipendente ma temi di pagare una follia? Sei nel posto giusto perché ora ti spieghiamo in modo chiaro e semplice come si fa spendendo pochissimo

 

Quando un imprenditore decide di riconoscere un premio a un dipendente, l’idea di partenza è semplice: “ti aggiungo un extra in busta paga”.

Il problema è che, se lo fai nel modo sbagliato, tu imprenditore paghi tanto mentre il lavoratore vede pochi soldini col risultato che l’azienda è scontenta e il dipendente ancora di più.

Vediamo i numeri perché il resto sono solo opinioni che lasciano il tempo che trovano.

1. Il punto di partenza: la situazione base

L’ipotesi:

1.800 euro netti mensili

14 mensilità

RAL: 25.200 euro

Il dipendente porta a casa circa 21.000 euro netti annui, pari a circa l’83% della RAL.

Il costo azienda è intorno a 35.500 euro, cioè 14.500 euro in più rispetto al netto che mette i tasca il dipendente.

Già da questa premessa salta all’occhio la prima macro evidenza: tra ciò che l’azienda spende per il suo dipendente e ciò che il lavoratore mette nel suo portafoglio c’è un abisso.

2. L’idea: per premiare il mio dipendente gli erogo un premio di 1.500 euro e la domanda sottesa all’idea è però la seguente: come erogo il premio?

A. Scenario 1 – Premio senza accordo sindacale (il modo peggiore)

Se il premio viene erogato senza accordo sindacale, succede questo:

il premio fa reddito e quindi sarà soggetto a tassazione ordinaria IRPEF

Risultato:

Il dipendente percepisce circa 900 euro netti in più rispetto al suo stipendio;

Il netto annuo del dipendente vendita a circa 21.900

Il costo azienda arriva a 37.600 euro e cioè +2.100 euro.

Spiegato in parole semplici:

l’azienda spende molto ma il dipendente mette in tasca poco.

B. Scenario 2 – Premio con accordo sindacale (tassazione agevolata)

Con un corretto accordo sindacale, il premio di Euro 1.500,00:

Non concorre al reddito ordinario perché è soggetto ad una tassazione separata (agevolata)

Risultato:

Netto annuo incassato dal dipendente: 22.300 euro

quindi il lavoratore mette in tasca circa 1.300 euro netti

Il Costo azienda si attesta a 37.600 euro con un incremento reale di costo di circa 2.000 euro che sono comprensivi del premio.

Qui già cambia tutto:

a parità di costo aziendale, il dipendente, a differenza dello scenario numero 1, mette in tasca 400 euro in più.

C. Scenario 3 – Premio convertito in welfare (la soluzione migliore)

Se il premio di 1.500 euro, invece di essere messo in busta paga, viene convertito in welfare aziendale

il dipendente intascherà un importo netto complessivo di circa 22.500 (ossia 200 euro in più dello scenario 2 e 600 euro in più rispetto allo scenario 1;

l’azienda registrerà un costo uomo di circa 37.000 euro

il risparmio effettivo per l’azienda sarà di circa 530 euro

3. Il punto chiave (che molti ignorano)

Erogare un premio senza strategia significa quindi:

Scontare una tassazione maggiore

Dare al dipendente un premio di minor valore

Creare inefficienza fiscale

Il premio non deve “spennare” l'azienda e scontentare il dipendente.

Il premio deve essere uno strumento di valore attraverso una corretta pianificazione fiscale.

Serve aiuto? Siamo a tua disposizione!

 

 

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